venerdì 14 gennaio 2011

L'arte di pubblicizzare





Questo non è un argomento originale. Ma è un argomento che mi piace. Che mi scorre nelle vene perché è pubblicità e arte insieme. L'arte di pubblicizzare è quando come dice Flavio Bonetti, "si ha poco tempo per comunicare e si sceglie di farlo bene". Poco tempo fa ho avuto una chiacchierata con un outsider della società che pensava davvero che io aspirassi alla pubblicità quale quella in cui i progettisti puntano a rimbambire il pubblico con la "bella ragazza mezza ignuda che ti propone il telefonino". Anzi, il suddetto outsider, nemmeno era consapevole dell'esistenza di un'altra pubblicità. Sì, la pubblicità è anche, purtroppo quella bassa e volgare, qui e ora. Ma non è sempre stato così, e le eccezioni permangono tuttora. La pubblicità, un tempo, era arte. Al pari di Picasso? Posso dirlo? Certo che posso. Al pari di Picasso! Di Dalì ed altri grandi. 










Gli illustratori di un tempo creavano ministorie, miti, giocavano su leggende classiche costruendo un mondo magico. Onirico addirittura. E il prodotto sponsorizzato ne usciva innalzato. Quella pubblicità, la reclamé, faceva sognare in modo genuino. Non mancavano, certo, nemmeno a quel tempo gli intellettuali schierati contro il consumismo e qualsiasi forma di rappresentazione di esso. Ma del resto, anche questi personaggi infondono alla pubblicità quel tono di leggerezza che ha e servono a ricordarsi che di certo una pubblicità non ha forti pretese nei confronti di temi seri e seriosi della vita. Vuole, semplicemente, comunicare.
Il mio sogno parte da qui. Riportare la comunicazione di marca a una forma d'arte. A un momento onirico. Gioioso e giocoso. Serio quanto basta. Ma mai stupido né basso. Vorrei, nel mio piccolo, educare la persone. Portare fuori dalle loro menti un pensiero unico, speciale e compiuto, scaturito dalla visione della mia opera di comunicazione. La fantasia non è morta. Questo non è un post. Ma un invito a studiare la reclame.


ps. Un minuto di silenzio per "Se la pioggia fosse di Bitter Campari". Grandioso Depero.



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